ASATI

L'Associazione Azionisti Telecom Italia raccoglie e tutela i piccoli azionisti di Telecom Italia. Uno dei principali scopi dell'associazione è trasformare Telecom Italia in una vera e propria public company. Contattaci per avere tutte le informazioni sull'adesione e partecipazione agli eventi sociali di Telecom Italia. Numero Verde 800-861-330. Questo blog è in continuo aggiornamento... Resta collegato con noi.

mercoledì 20 febbraio 2013

Adesione al Manifesto sulla promozione dell'azionariato dei dipendenti


ASATI ovvero l'Associazione Azionisti Telecom Italia esprime vivo interesse e adesione al Manifesto presentato e promosso da Dircredito sulla diffusione dell'azionariato dei dipendenti e che rappresenta una tematica su cui il nostro Paese deve ancora costruire e lavorare per adeguarsi ai livelli europei. 
L'azionariato diffuso ai dipendenti, nonchè il piccolo azionariato, possono costituire quel volano etico e morale, nonchè stimolo positivo e costruttivo per il Management Aziendale, e che talvolta, la storia recente italiana ci ha insegnato,  rappresenta l'ultimo baluardo di denuncia e testimonianza per una finanza socialmente responsabile a attenta ai veri valori d'impresa.

Per ASATI, 
Il Presidente Franco Lombardi
Luigi Zarrillo, Resp. Comunicazione Asati


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MANIFESTO 
SULLA PROMOZIONE DELL’AZIONARIATO DEI DIPENDENTI
INDIRIZZATO AI CANDIDATI DI TUTTE LE FORZE POLITICHE PER LE ELEZIONI 2013 

Nell’Unione Europea la politica di promozione dell’azionariato dei dipendenti è stata definita nelle Raccomandazioni e Dichiarazioni del Consiglio Europeo (1992 - 1999), nelle risoluzioni del Parlamento Europeo (1992 – 1998 - 2003), nei “Pepper Reports”, nelle Comunicazioni della Commissione Europea (1991 – 1996 – 2002 – 2004 - 2012) e infine nelle opinioni del Comitato Economico e Sociale Europeo (2003 e 2010). 

In  Italia ricordiamo l’Avviso Comune del dicembre 2009 e, soprattutto, gli articoli 46 e 47 della Costituzione riguardanti la partecipazione dei lavoratori e l’indirizzo del risparmio popolare alla partecipazione nei grandi complessi industriali. E’ un fatto che, mentre l’azionariato dei dipendenti si sta sviluppando rapidamente nella maggior parte delle grandi imprese Europee in molti degli Stati maggiori, in Italia non esiste ancora in materia unalegislazione organica in grado di fornire alle imprese e ai lavoratori i necessari punti di riferimento. E’ questo il motivo che ci spinge a sollecitare sostegno ed una adeguata presa di posizione politica sulle seguenti cinque proposte: 
  1. Lo sviluppo dell’azionariato dei dipendenti deve essere incoraggiato; l’Italia deve dotarsi di una legislazione semplice, moderna e praticabile, compatibile con il contesto dell’Unione Europea. L’Europa deve avere competenza su questo argomento, l’Italia deve fornire comunque il suo contributo per evitare normative comuni inadeguate  o espressione di altri contesti che ne ostacolerebbero la praticabilità. 
  2. L’azionariato dei dipendenti deve essere associato  con la governance e con la gestione delle imprese (art. 46 della Costituzione); i diritti dei dipendenti azionisti devono essere riconosciuti a pieno titolo nella legislazione civilistica, così come quelli dei Piccoli Azionisti, a loro volta spesso ex dipendenti o familiari dei dipendenti (art. 47 della Costituzione). 
  3. Considerando le Piccole e Medie Imprese, bisogna introdurre strumenti simili agli ESOP, eventualmente cofinanziati dall’Unione Europea attraverso i Fondi di Sostegno alle Economie Regionali; (gli Stati Uniti d’America hanno adottato ormai da 35 anni, con ottimi riscontri, gli ESOP - Employee Stock Ownership Plan - Piani di azionariato dei dipendenti). 
  4. La Cooperazione è un fenomeno da sempre particolarmente diffuso in Italia; la rivisitazione e rivitalizzazione della “Legge Marcora” consentirebbe ai dipendenti l’acquisizione delle imprese in cui operano. 
  5. Sia il modello ESOP che quello cooperativo si adattano in particolare alla trasmissione di imprese ai dipendenti (successione di imprenditori, ristrutturazione e salvataggio di imprese in crisi). Anche l’Italia ne ha bisogno, per garantire livelli occupazionali e mantenimento delle professionalità così largamente diffusi presso la nostra piccola e media imprenditoria. 
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