Asati
conosce perfettamente le qualità delle risorse umane e finanziarie
disponibili nella Societa’ e i possibili sviluppi potenziali in Italia e
all’Estero.
Alla
luce dello scenario attuale Asati ritiene che l’obbiettivo della
riduzione del debito(su cui si e’ ben operato con circa meno 9.5 miliardi
rispetto a fine 2007) sia ottenibile da TI anche in tempi meno stringenti di
quanto proposto alla comunità finanziaria. In particolare se a fine
2012 si raggiunge 28.5 e l’obbiettivo di 25 miliardi a fine 2014 si
recupererebbe un miliardo l’anno .TI tra l’altro non ha
alcuna difficoltà a pagarlo alle scadenze prefissate e ad un tasso di
interesse di mercato contenuto perchè rinegoziato con molta
professionalità ed accortezza.
In
questo scenario l’obbiettivo di un intervento della CDP su una possibile
newco della rete, che noi ancora perseguiamo e auspichiamo, e che sicuramente
accelererebbe gli investimenti in Italia anche nell’interesse
dell’intero Paese come motore di crescita per l’Economia, non
risulterebbe di vitale importanza , in assenza TI andra’ avanti con i
piani già previsti .
Quindi
di fronte al nervosismo della borsa, che sicuramente sottostima il valore del
titolo, raccomandiamo di non vendere perché riteniamo che
l’Enterprise Value della Società sara’ sicuramente ben
superiore nel corso dei prossimi tre anni. Il rilassamento del debito fornisce
alla Società le risorse per gli investimenti su NGN e LTE e alleggerisce
il peso di una drastica riduzione dei costi del lavoro.
A tale proposito
continuiamo a suggerire da un lato una minore azione di pressione sui
dipendenti più deboli che già con la solidarietà , con la
cancellazione del premio di produzione di fine novembre stanno
sopportando perdite gravi e sacrifici pesanti , tra l’altro non giustificati,e
dall’altro una riduzione sensibile su bonus , MBO, e fringe benefits
(auto vetture, stock option) dei dirigenti che potrebbero essere distribuiti per
fine anno per dare cosi’ un etico esempio, non solo ai loro collaboratori
più deboli ma anche a tutti i piccoli azionisti che negli ultimi anni
hanno visto diminuire il valore dei risparmi e investimenti di oltre il
70% per cui ipotizzare una riduzione del dividendo sarebbe pura follia a meno
che in ultima istanza si pensasse di dare l’equivalente in azioni.
Per Asati
Il Presidente
Ing. Franco Lombardi
Roma 29 novembre 2012
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